- una tendenza autolesionista per mezzo di una alimentazione smodata: ovvero la tendenza ad assumere ad assumere grandi quantità di cibo in breve tempo. Si prediligono cibi ipercalorici (dolci soprattutto)
- una ricorrente ossessione di tenere sotto controllo il proprio peso: per compensare le grandi "abbuffate" le persone che soffrono di questo disturbo mettono in atto "pratiche liberatorie" (vomito procurato, abuso di lassativi, diuretici, clisteri) o "pratiche non liberatorie" (come eccessive pratiche ginniche).
I medici ipotizzano la presenza della bulimia quando una persona assume almeno due pasti smodati alla settimana per almeno tre mesi.
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