venerdì 24 febbraio 2012

STORIA DELL'ANORESSIA

Sebbene l'anoressia sia definita una "malattia attuale" questa ha in realtà una lunga storia.

 Già nel Medioevo era diffusa questa malattia,  anche se per motivazioni diverse da quelle attuali. A quel tempo infatti la privazione non era considerata una pratica igienica o rivolta a fini estetici ma piuttosto un tirocinio spirituale e fisico che procurava la perfezione interiore. Infatti il rifiuto del cibo rappresentava una sorta di ascesi ovvero un sacrificio indispensabile per incontrare dio. Infatti molte donne (le cosiddette ascetiche) a quel tempo ritenevano che per raggiungere la santità fosse necessario imporsi un distacco implacabile e assoluto verso ogni bisogno terreno, compreso quello del cibo necessario alla sopravvivenza.

 I testi di medicina infatti descrivono casi anoressici già alla fine del '600, la prima descrizione sistematica di due casi le cui caratteristiche rientrano in quelle dell’anoressia nervosa risalgono a Morton (1689). E' solo nell'800 che si diede a questa patologia il nome con cui oggi è conosciuta con le descrizioni di Lasegue in Francia e Gull in Gran Bretagna.

Negli anni compresi tra il 1889 ed il 1911, troviamo infatti contributi interessanti per la comprensione della psicopatologia anoressica ad opera di famosi neurologi dell'epoca quali: Charcot, la Tourette, Janet.

E' ad autori come Hilde Bruch, Arthur H. Crisp e Gerald M.F. Russell che dobbiamo la gran parte delle descrizioni ancora attuali sui meccanismi psicopatologici della anoressia nervosa. Grazie anche alle loro descrizioni la categoria diagnostica della anoressia nervosa è stata presente nel DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali) sino dalla sua seconda edizione (DSM-II) avvenuta nel 1968.

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